Mithra: un Sole nascente nel tramonto dell’Antichità
Il Mitreo delle Sette Sfere ad Ostia Antica.
Segni occulti di una civiltà passata, figure con fiaccole, mosaici monocromi con stelle e spade sono le enigmatiche tracce di un segreto culto antico, di un percorso iniziatico compiuto da uomini ostiensi in un remoto passato.Ben nascosto tra gli edifici, all’interno di un’esigua aula avvolta dalla penombra, uno dei più importanti templi dedicati al dio Mithra è ancora visibile, vincendo secoli di distruzioni, a pochi passi dal tracciato dell’antico decumano. L’arcaica divinità indoiranica, che deriva il proprio nome dal vedico “mitra”, ovvero “amico”, “compagno”, giunse a permeare la spiritualità del mondo romano dopo essere sopravvissuta allo zoroastrismo, a Babilonia e allo sgretolarsi del potere persiano, resistendo in Asia Minore nella forma del culto misterico.
Peculiarità assolute del culto di Mithra furono quelle di essere un credo monoteista e solare, ispirato all’ascensione, al perfezionamento e all’appartenenza ad un gruppo che ben custodiva i precetti e il cerimoniale della loro religione segreta. Addirittura diversi imperatori abbracciarono il culto mitriaco e la venerazione del dio era di tipo misterico a causa del percorso tutto personale, intimo e di tipo iniziatici che l’adepto doveva intraprendere e, quindi, non certo a causa del timore di eventuali persecuzioni. Già radicato a Roma durante il II secolo, la grande diffusione di tale culto nell’abitato dell’antica Ostia è documentato da ben diciotto mitrei rinvenuti durante le campagne di scavo e testimonianti l’irrefrenabile ascesa di quei modi orientali, di spiccata spiritualità ed intimità, che presto sostiturono le ormai inadeguate e ieratiche divinità olimpiche.
Mitreo delle Terme, Ostia Mitreo di Marino Mitreo di San Clemente, Roma
Scoperto dal Petrini nel 1802 e ancora oggetto di indagini da parte del Lanciani nel 1886, il lavoro dei primi archeologi portò alla luce quattro iscrizioni che oltre a testimoniare con assoluta certezza la funzione dell’ambiente ci restituiscono il fascino di antiche personalità legate alle cerimonie di questo culto misterioso. Un restauro del vestibolo compiuto da parte di un certo Decimius Decimianus, l’erezione di un altare dedicato a Mithras Sol Invicto voluto da Tullius Agatho e la memoria di un sacerdote di nome Aemilius Epaphroditus, sono alcune delle informazioni emerse dalle epigrafi trovate. L’aula, stretta e profonda come impone la tipica forma del mitreo, ospitava trentadue adepti che prendevano posto lungo le panche in muratura a destra e a sinistra del piccolo corridoio centrale. A terra sette semicerchi in mosaico scandiscono lo spazio legandosi, nel modo e nel significato, alle figure eseguite con tessere brune e disposte lungo le sedute. Nei sette pianeti: Saturno, Sole, Luna, Giove, Marte, Venere e Mercurio, i sacerdoti di quel dio orientale vedevano i sette gradi di iniziazione dell’adepto che, attraversando così le sette sfere di perfezionamento, ascendeva dal livello di Corax, ovvero di corvo, fino a quello di Pater, ovvero di padre, passando attraverso i livelli intermedi di Nymphus: sposo novello, di Miles: soldato, di Leo: leone, di Perses : persiano e di Heliodromus, ovvero di messaggero del Sole.
Al centro della parete di fondo si trovava la rappresentazione del dio nella sua più tipica iconografia: un giovane imberbe, con chioma riccia e berretto frigio, vestito con una tunica di foggia orientale, dotato di mantello, nell’atto di uccidere un toro. Dal sangue fuoriuscito dal taglio nella gola dell’animale verrà alla luce il cosmo intero e Mithra trionferà, appunto, come divinità celeste. Spesso il mantello del dio è punteggiato di stelle o di quei pianeti che infatti ritroviamo rappresentati attraverso le personificazioni in mosaico presenti nel mitreo. Ad ogni pianeta raffigurato nella parete verticale dei sedili corrispondono, nell’ermetico ciclo musivo ostiense, quei segni zodiacali indicanti le case notturne. Tale precisa figurazione sembra avvalorare l’ipotesi che la particolare disposizione di segni e pianeti potrebbe riferirsi a quell’ideale quadro astrale relativo alla notte della creazione, ovvero a quelle tenebre squarciate per sempre dalla nascita della luce dell’astro più ardente, il Sole, ovvero Mithra. Tale lettura del ciclo sembra ulteriormente trovare positivi riscontri nella mancanza del Sole tra le personificazioni astrali in mosaico lungo le panche, quindi nell’associazione della luce con la figura del dio rappresentata nel fondo della sala.
Rivolte verso l’ingresso, sulla fronte dei sedili, le due figure di Cautes e Cautopates accoglievano gli adepti. Rappresentati rispettivamente con la face verso l’alto e il gallo e con la face rivolta verso il basso, i due personaggi, sempre presenti nell’iconografia mitriaca, alludono al duplice aspetto del cielo, diurno e notturno e la daga in mosaico rinvenuta sulla controfacciata allude, molto probabilmente, all’arma sacra del dio utilizzata per il sacrificio del toro.
Mitreo di Sutri Mitreo di Santa Prisca Mitreo del Circo Massimo
A sottolineare l’unicità del mitreo ostiense sembra inoltre che la disposizione della decorazione sia orientata secondo due assi, uno est-ovest ed uno nord-sud, indicanti nella disposizione dei segni zodiacali una linea nord-sud in rapporto con gli equinozi e un ulteriore linea di solstizi, est-ovest, passante tra il segno dei gemelli e quello del cancro. Infine le due piccole nicchie, aperte in basso a metà del corridoio, rappresenterebbero le porte del cielo, quindi quei passaggi attraverso i quali le anime degli uomini ascendevano e discendevano.Divinità celeste, luminosa, unica e che imponeva il battesimo ai suoi fedeli, anche se a base di sangue, la figura del dio Mithra è all’origine di molti elementi entrati a far parte della più tipica tradizione cristiana. Nato il 25 dicembre di notte in una grotta, venerato in una zona chiamata “vaticanum”, tutelato da un sacerdote detto “pater”, avente per simboli il gallo e le chiavi, l’uso del battesimo e l’importanza del sangue nel culto, sono solo alcuni degli elementi di forte contatto tra la figura di Mithra, mondo misterico tardo antico e Cristianesimo delle origini.
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